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15-02-2017

Quando lo zucchero e gli alimenti a elevato IG diventano il vostro Nemico numero 1

Glycation Quando si tratta di malattie cardiovascolari, si parla spesso di colesterolo, ipertensione, tabagismo, sedentarietà, sovrappeso... I nutrizionisti e i cardiologi che affermano che occorre "evitare tutti i grassi" probabilmente non hanno tenuto conto dei progressi scientifici ottenuti a riguardo negli ultimi anni, né del fatto che bisognerebbe limitare il consumo di frittura pur continuando a consumare acidi grassi, anche saturi, se si tratta di quelli a catena corta o media.
Ciò nonostante, quasi tutti gli operatori sanitari dimenticano di riconsiderare i carboidrati, in particolare quelli a elevato indice glicemico e gli zuccheri aggiunti o nascosti ovunque nei prodotti trasformati! Tuttavia, i fenomeni di glicazione al livello delle arterie sono molto più dannosi rispetto a un livello di colesterolo leggermente superiore al normale!

Troppo spesso vengono "incriminati" i grassi, mentre i carboidrati non destano sospetto a causa del loro basso apporto calorico. Eppure improvvisi aumenti della glicemia nel sangue dovuti al consumo di prodotti ricchi di zuccheri, alimenti a elevato indice glicemico o eccessivo consumo di carboidrati a ogni pasto, possono determinare una "caramelizzazione" delle proteine al livello vascolare. Questo fenomeno però non si limita soltanto ai vasi...

Tale glicazione, detta glicazione non enzimatica, viene riscontrata nei diabetici misurando l'emoglobina glicata (HbA1c), di norma circa ogni tre mesi, ma spesso essa viene ignorata nel resto della popolazione. Quando un numero eccessivo di proteine non sono più funzionali e vengono denaturate a causa delle reazioni con le molecole di glucosio o di fruttosio, diventano rapidamente visibili alcuni segni come la comparsa di pelle rugosa, la perdita di elasticità e la riduzione della capacità di cicatrizzazione a causa dello sviluppo di legami crociati al livello delle fibre di collagene. Ben più grave rispetto alla comparsa di alcune rughe e rughette sono i fenomeni di glicazione che interessano anche:
    - il cristallino, con conseguente aumento del rischio di cataratta senile,
    - il cervello, nello specifico i capillari cerebrali,
    - i muscoli, che potrebbero in parte spiegare i fenomeni di fusione dei muscoli…
In breve la glicazione è un killer silenzioso che attacca gli organi vitali dell'organismo e che accelera tutti i processi di invecchiamento e di numerose patologie.

Cos'è la glicazione e in che modo è possibile risolvere il problema mediante le sostanze naturali?

I prodotti di glicato finale (Advanced Glycation End Products - AGEs) sono composti che si formano quando uno zucchero riducente (glucosio o fruttosio) o un'aldeide si lega alle proteine (al gruppo amminico) tramite legami detti "crociati". Questa reazione, molto nota ai cuochi sotto il nome di reazione di Maillard, rappresenta la causa della doratura della carne durante la cottura. L'alimentazione costituisce una fonte diretta di AGE e i principali fornitori sono gli alimenti di origine animale, quando essi sono sottoposti ad alte temperature (forno, piano cottura, grill, barbecue e persino il forno microonde), ma anche i frutti oleosi grigliati.
Come noto, essi vengono naturalmente prodotti da parte dell'organismo mediante la reazione degli zuccheri circolanti e delle nostre proteine. Gli AGE circolano nell'organismo e giungono all'interno delle cellule. Tali proteine divenute non funzionali non possono essere distrutte, né possono essere rilasciate dalle cellule nelle quali si accumulano. Nel diabete, ad esempio, gli AGE sono in gran parte coinvolti in gravi complicazioni di questa patologia (ad esempio al livello neuropatico).

La L-carnosina… indispensabile per l'anti-glicazione

La L-carnosina è un dipeptide naturale ancora noto come beta-alanina-L-istidina. Si trova nelle cellule dei muscoli scheletrici e dei neuroni. Tuttavia, come la maggior parte delle altre sostanze, essa tende a diminuire con il passare degli anni e talvolta se ne osserva un calo all'interno del tessuto muscolare in misura superiore al 60% tra i 10 e i 70 anni.
Si tratta dell'antiossidante più efficiente contro il radicale idrossile e della sostanza più potente e scientificamente provata per contrastare la glicazione delle proteine.
Essa è coinvolta al livello delle prime fasi del processo di glicazione per formare i prodotti completamente innocui e soprattutto facilmente eliminabili dall'organismo.

Parallelamente alla riduzione dell'apporto di dolciumi, amidi a elevato indice glicemico (ad esempio le patate) e un controllo quantitativo delle altre fonti di carboidrati in uno stesso pasto, per contrastare questo fenomeno è fortemente raccomandata l'assunzione di 500 mg per tre volte al giorno al momento dei pasti. L'assunzione di 1,5 grammi di L-carnosina è destinata a saturare l'enzima carnosinasi, la cui funzione è quella di degradare la carnosina, in modo che la L-carnosina libera sia disponibile in quantità adeguata al livello di tutto l'organismo.
La sua efficacia può essere ottimizzata anche attraverso l'assunzione dell'L-istidina che si oppone all'azione della L-carnosinasi.

Tra le altre sostanze anti-glicazione, è possibile menzionare anche:

La benfotiamina, il derivato liposolubile della tiamina (vitamina B1), poiché in questa forma, la sua biodisponibilità è ottimale (risulta meglio assorbita da 5 a 25 volte), passa facilmente le membrane cellulari e resta presente nell'organismo per tempi notevolmente superiori. Secondo gli studi realizzati su questa sostanza, essa inibisce in modo efficace gli AGE triplicando la concentrazione di transchetolasi, un enzima che degrada gli AGE e li converte in composti innocui. Come per L-carnosina, è importante distribuire le dosi durante tutta la giornata, al momento dei pasti.

Da notare che l'acetaldeide, un sottoprodotto della degradazione dell'alcol da parte del fegato, è trenta volte più tossica rispetto all'alcol stesso e promuove i fenomeni di glicazione. In questo caso, se risulta difficile ridurre il consumo di alcol, è possibile assumere la benfotiamina per rallentare e prevenire la glicazione indotta da parte dell'acetaldeide.

L’aminoguanidina, sotto la forma di HCl, è in effetti clinicamente validata per i suoi effetti anti-glicazione in particolare al livello delle pelle, dei reni e del sistema nervoso. Tuttavia, poiché la durata di vita dell'aminoguanidina HCl all'interno dell'organismo è pari a sole quattro ore, al fine di ottenere un'efficacia ottimale, risulta preferibile distribuire la sua assunzione nel corso della giornata.

L’ornitina alfa-chetoglutarato (OKG) , un intermedio del ciclo di Krebs, non solo è un precursore dell'ormone di crescita, ma è anche un buon agente anti-glicazione. Fino alla quantità di 10 grammi al giorno, essa può essere assunta in aggiunta alla L-carnosina.

I polifenoli della mela, e più particolarmente la florizina, è un flavonoide appartenente al gruppo dei calconi e principalmente presente nella buccia della mela; essa riduce la resistenza all'insulina e contrasta in maniera efficace i fenomeni di glicazione. Inoltre è un buon coadiuvante per altre sostanze.

La piridossamina HCl, una delle tre forme naturali della vitamina B6, è anche utilizzata per inibire la formazione degli AGE bloccando la degradazione ossidativa dei prodotti di Amadori.

È inoltre possibile menzionare gli estratti di foglie di maté che, grazie alla loro ricchezza in acido caffeico, inibiscono fino al 95% degli AGE e infine l’astragaloside IV, che non ha come funzione principale quelle appena descritte, ma che possiede ugualmente la capacità di inibire la formazione degli AGE.

Quindi, anche se un prelievo del sangue non rileva una condizione di diabete, è probabile che il livello di glucosio ematico resti elevato in modo cronico e che, anche per alcuni anni, si verifichino fenomeni di glicazione in diversi distretti corporei: arterie, pelle, muscoli, nervi, reni... Ma la buona notizia è che è sempre il momento di arrestare questo processo!
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