
Cosa sapete sulla steatosi epatica non alcolica? Questa patologia è considerata come una delle malattie al fegato più diffuse nei paesi occidentali. Secondo alcuni esperti, sarebbe una delle principali cause di cirrosi e insufficienza epatica. Infatti questa malattia non deve essere sottovalutata. È dovuta a un accumulo di grassi nel fegato, ma è strettamente correlata ad altri disturbi per la salute come l'obesità, l'iperlipidemia, l'ipertensione o anche il diabete di tipo 2. Fino ad oggi, non è stato identificato alcun trattamento specifico per il trattamento della steatosi epatica non alcolica. Tuttavia, un nuovo studio apre delle prospettive promettenti. Facciamo il punto su questa scoperta.
Una pianta per lottare contro la steatosi epatica non alcolica
Pubblicato nella rivista Hepatitis Monthly
1, questo studio è stato condotto su una pianta molto diffusa in Iran: la berberina o
berberis vulgaris. Appartenente alla famiglia delle Berberidaceae, questa pianta è nota per l'uso nella medicina tradizionale. Diversi studi hanno rivelato che questa pianta medicinale non contiene meno di 22 alcaloidi, il che sembra conferirle un'azione per migliorare il profilo lipidico, la sensibilità all'insulina e la perdita di peso. Nel frattempo i ricercatori iraniani si sono interessati ai suoi benefici per il fegato. Poteva permettere di lottare contro la steatosi epatica non alcolica? Convinti, gli scienziati hanno tentato di confermare la loro ipotesi con alcune prove scientifiche.
Valutazione degli effetti di un'integrazione con berberina
Per valutare i benefici della berberina per il fegato, i ricercatori si sono interessati agli effetti di questa pianta sul livello di enzimi epatici. Infatti, questa concentrazione enzimatica tende ad aumentare in caso di steatosi epatica non alcolica. Il loro studio è stato condotto su 80 pazienti, tra cui 32 uomini e 48 donne. Prima dell'inizio dello studio, questi pazienti presentavano tutti un accumulo di lipidi nel fegato così come un aumento degli enzimi epatici. Sono stati suddivisi in due gruppi: un gruppo di controllo e un gruppo sottoposto ad integrazione con berberina, alla dose di due capsule al giorno (750 mg). Per tre mesi, i ricercatori hanno seguito gli effetti di questa integrazione, misurando diversi parametri: il peso, il livello di alcuni enzimi epatici e il profilo lipidico.
Dei risultati incoraggianti per il trattamento della steatosi epatica non alcolica
Al termine dei tre mesi di integrazione, l'analisi dei ricercatori ha rivelato dei risultati promettenti. In confronto al gruppo di controllo, i pazienti sottoposti ad integrazione con berberina presentavano un livello più basso di alcuni enzimi epatici: alanina transaminasi e aspartato transaminasi. I ricercatori hanno anche riscontrato una riduzione significativa del peso, dei trigliceridi e del colesterolo nei pazienti sottoposti ad integrazione con berberina. Questi primi risultati suggeriscono che la berberina potrebbe essere un'opzione interessante per il trattamento della steatosi epatica non alcolica.
Questo nuovo studio sui benefici della berberina conferma la crescente popolarità di questa pianta medicinale. Sebbene alcuni studi si siano già concentrati sul suo interesse per le persone affette da diabete di tipo 2, questi nuovi risultati ampliano lo spettro di attività della berberina. Potrebbe infatti rivelarsi utile per tutte le persone che presentano un rischio di steatosi epatica non alcolica, in caso di iperlipidemia, ipertensione o obesità. Per capitalizzare sui benefici naturali di questa pianta, quest'ultima è ora disponibile sotto forma di integratore alimentare nel catalogo Supersmart:
Berbérine.
> Bibliografia:
1. Raziye Iloon Kashkooli, Seyed Saeed Najafi, Farkhondeh Sharif, Azadeh Hamedi, Mohammad Kazem Hoseini Asl, Majid Najafi Kalyani, Mehdi Birjandi, The Effect of Berberis Vulgaris Extract on Transaminase Activities in Non-Alcoholic Fatty Liver Disease, Hepat Mon. 2015 Feb; 15(2): e25067.