30-10-2017
La carenza di vitamina D, un rischio di malattia infiammatoria?

Lo sapevate? Secondo l'Accademia di medicina francese, quasi l'80% della popolazione occidentale avrebbe una carenza di vitamina D
1. Tuttavia, è noto che questa sostanza nutritiva è coinvolta in numerose funzioni all'interno dell'organismo. Sebbene la vitamina D sia spesso nota per il suo ruolo chiave nella salute delle ossa, è anche coinvolta nel sistema immunitario. Per questo motivo, uno studio ha appena evidenziato un aumento del rischio di malattia infiammatoria in caso di carenza di vitamina D. Facciamo il punto su queste nuove scoperte e sull'importanza della vitamina D per difendere l'organismo!
Ricerca di nuovi approcci terapeutici per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali
Con una prevalenza in aumento negli ultimi anni, le malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di Crohn e la rettocolite emorragica, sono attualmente oggetto di numerosi studi. Fra questi, molti hanno evidenziato dei fattori di predisposizione genetica. Sono stati identificati anche altri fattori di rischio potenziali, tra cui la carenza di vitamina D. Per approfondire il legame tra la carenza di vitamina D e lo sviluppo delle malattie infiammatorie croniche intestinali, un team di ricerca ha intrapreso un'ampia analisi della letteratura scientifica sull'argomento. Hanno analizzato in modo particolare tutti gli studi che menzionano il morbo di Crohn e la vitamina D e tutti gli studi sulla vitamina D e sulla rettocolite emorragica.
Lottare contro la carenza di vitamina D per la prevenzione e il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali
Pubblicata nella rivista
Alimentary Pharmacology & Therapeutics2, l'analisi dei ricercatori ha inizialmente evidenziato una carenza di vitamina D frequente o addirittura comune nei pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali. Questa prima osservazione suggerisce che un' integrazione con vitamina D potrebbe essere una via terapeutica per il futuro contro queste malattie infiammatorie. Per confermare questa ipotesi, i ricercatori hanno poi studiato degli articoli scientifici pubblicati in merito all'integrazione con vitamina D. Hanno scoperto che diversi studi eseguiti su alcuni modelli animali avevano già riscontrato una riduzione del rischio di malattia infiammatoria in caso di un adeguato apporto di vitamina D. Questa conclusione è stata anche confermata da uno studio randomizzato controllato condotto su pazienti affetti dal morbo di Crohn. Gli autori di questo studio hanno mostrato che un'integrazione con vitamina D potrebbe contribuire a ridurre il rischio e la frequenza di recidiva del morbo di Crohn.
Questo studio apre delle prospettive promettenti per la prevenzione e il trattamento delle malattie croniche dell'intestino. Un'integrazione con vitamina D potrebbe infatti contribuire a ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Crohn e la rettocolite emorragica. Anche se alcuni studi dovrebbero fornire nuove prove scientifiche nei prossimi mesi, i dati scientifici attuali ricordano anche l'importanza della vitamina D, i rischi di una carenza e l'interesse di un'integrazione nutrizionale. Raccomandati per lottare contro questa carenza, gli integratori di vitamina D sono ora disponibili in diverse forme e in diversi dosaggi: in capsule alla dose di 1.000 UI, in capsule alla dose di 5.000 UI o anche in erogatore spray alla dose di 2.000 UI.
> Bibliografia:
1. Académie nationale de médecine, Statut vitaminique, rôle extra osseux et besoins quotidiens en vitamine D - Rapport, conclusions et recommandations, 29 maggio 2012.
2. V Pratap Mouli, AN Ananthakrishnan, Review article: vitamin d and inflammatory bowel diseases, Alimentary Pharmacology & Therapeutics, gennaio 2014; 39(2).
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