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07-06-2016

Questo nutriente ringiovanisce la pelle e le arterie

Immaginate un alimento naturale che impedisca alla pelle di riempirsi di rughe, rilassarsi, invecchiare, sia sul viso (occhi, guance, labbra) che sulle cosce o sotto le braccia.

E mentre vedete, anno dopo anno, il vostro viso rimanere giovane nello specchio, anche arterie, occhi e reni, senza che voi ve ne accorgiate, smettono di invecchiare!

Le arterie, che diventavano sempre più rigide, o stavano persino per cedere, conserverebbero la loro flessibilità ed elasticità. Questo vi permetterebbe di avere più energia, essere meno affaticati e allontanare il rischio di infarto o ictus.

Ebbene: è stato scoperto che questo alimento incredibile esiste, e si trova nella maggior parte delle carni che mangiate: è un aminoacido chiamato "carnosina".

Se si mangia carne regolarmente, si consuma inconsapevolmente carnosina.

Ma due semplici fatti spiegano il motivo per cui non esercita questo effetto anti-invecchiamento in modo visibile:
    - In primo luogo, l'assunzione massima giornaliera per via alimentare è dai 25 a 50 mg, mentre gli effetti indicati sono osservati con un'assunzione da 1000 a 1500 mg.
    - In secondo luogo, avete nel vostro apparato digerente un "enzima", vale a dire una sostanza che distrugge la carnosina. Questo enzima è chiamata carnosinasi.
Per osservare gli effetti anti-invecchiamento, è quindi necessario assumere carnosina come integratore alimentare.

Come agisce la carnosina?

I tessuti come la pelle, le arterie, le membrane degli occhi o i reni sono danneggiati per ossidazione e glicazione.

L'ossidazione è simile alla "ruggine" o all'"effetto rancido" nel caso dei grassi.

Il nostro corpo è costantemente attaccato da molecole "carnivore" aggressive chiamate "radicali liberi", responsabili dell'ossidazione. Questi radicali liberi sono causati da:
    - il fumo, l'eccesso di alcol e l'inquinamento atmosferico (particolato, ozono...) ;
    - lo stress, che produce cortisolo;
    - l'inquinamento chimico e le radiazioni, tra cui il sole;
    - e il semplice fenomeno della respirazione: quando si respira, si assorbe ossigeno che "brucia" le sostanze nutritive per la produzione di energia cellulare. Come un motore che produce fumo, tale combustione determina la produzione di radicali liberi.
L'ossidazione fa perdere alle cellule le loro proprietà, che vengono avvelenate e muoiono. Nel caso peggiore, l'ossidazione provoca mutazioni nel DNA e tumori cancerosi.

È stato scoperto che la carnosina è un potente anti-ossidante. Quando la si consuma in quantità sufficiente (1000-1500 mg al giorno), è in grado di fermare la distruzione di miliardi di cellule nel vostro corpo ogni giorno. Conservate, queste cellule continuano a funzionare e dividersi, motivo per cui i tessuti (cute, arterie, reni, membrana dell'occhio) invecchiano più lentamente.

Ma non è tutto. È stato anche scoperto che la carnosina è una delle rare sostanze ad avere anche effetti anti-glicazione.

È importante agire contro la glicazione quanto contro l'ossidazione

La glicazione è un fenomeno molto meno noto al grande pubblico dell'ossidazione.

Tuttavia, per una strategia anti-invecchiamento efficace, è importante agire contro la glicazione quanto contro l'ossidazione.

La glicazione è un fenomeno causato non dai radicali liberi, ma dallla sola presenza di glucosio (zucchero) nel corpo. Maggiore è il livello di zucchero nel sangue, più la glicazione è importante, e più si invecchia. È per questo che una malattia come il diabete può essere paragonata ad un invecchiamento accelerato.

Che cosa è esattamente la glicazione?

Si tratta del fenomeno, su scala microscopica, della "caramellizzazione". Se si prende la carne, la si arrotola nello zucchero, e la si mette a cucinare, lo zucchero si scioglie e si lega alle proteine della carne per formare uno strato duro caramellato.

Questo processo richiede solo pochi secondi in una padella a temperatura elevata, ma si verifica lentamente nel corpo, in ogni momento, ed a livello microscopico (livello cellulare). Dopo diversi decenni, la caramellizzazione, chiamata "glicazione" nel linguaggio medico, è abbastanza forte per iniziare a diventare visibile e anche preoccupante, poiché potenziale causa di gravi malattie.

Infatti, le proteineglicate si fondono in un processo noto come cross-link. A mano a mano che le proteinetessono legami incrociati, i tessuti del corpo diventano sempre più rigidi e duri.

Prendiamo il caso della pelle. La pelle è supportata da un cuscino di carne chiamato derma. Il derma è sotto la pelle, ed è lui che dà alla pelle un aspetto morbido ed elastico. È composto da fibre di collagene (una gelatina solida) ed elastina.

Nel corso del tempo, le molecole di zucchero nel sangue si legano a queste proteine. Le fibre di collagene ed elastina diventano rigide e si rompono sotto l'effetto della glicazione, causando rughe, rilassamento dell'epidermide, pelle secca e crescente difficoltà alla cicatrizzazione.

Lo stesso fenomeno si verifica nelle arterie, che diventano rigide, nelle cellule renali o nella cataratta.

La glicazione delle proteine accelera notevolmente quando si consumano zuccheri e quando si mangia cibo alla griglia: carne alla griglia (soprattutto barbecue), fritto, olio cotto a più di 180 °C e anche verdure arrosto.

Questo è il motivo per cui si possono avere 40 anni, essere raggiante e contare le rughe sulle dita di una mano se si mangia poco zucchero, non troppo cotto, e si assume la carnosina... ed essere estremamente rugosi e rilassati a 45 se non ci si prende cura del proprio corpo e della sua alimentazione.

Allo stesso modo, i gemelli che hanno lo stesso patrimonio genetico e lo stesso aspetto al momento della nascita, possono sembrare avere un'età radicalmente diversa quando invecchiano. A 45 anni, si può sembrare di avere 10 anni in più dell'altro per le stesse ragioni.

Perché la carnosina non è più conosciuta?

La carnosina è stata scoperta nel 1900 in Russia. È un dipeptide che contiene due aminoacidi, l'alanina e l'istidina.

Gran parte della ricerca sulla carnosina è stata realizzata in Russia; tali ricerche sono a disposizione solo da poco tempo degli scienziati occidentali.

Tuttavia, diversi studi recenti hanno dimostrato il valore della carnosina contro l'invecchiamento dei tessuti, il che suggerisce che la medicina generale e il grande pubblico potrebbero presto focalizzare l'attenzione su questo nutriente.

Nella rivista scientifica Biochemistry, ad esempio, dei ricercatori italiani hanno esposto in coltura tessuti di cristallino di ratto ad una soluzione di guanidina, una sostanza nota per formare la cataratta, o a una soluzione di guanidina e L-carnosina. I risultati hanno mostrato che la guanidina rendeva il cristallino completamente opacizzato, mentre nella soluzione di guanidina e carnosina, i cristallini erano dal 50 al 60% meno opacizzati.(1)

Gli scienziati hanno anche dimostrato che la carnosina protegge le proteinecellulari in due modi diversi. In primo luogo, grazie alla sua azione antiossidante, la carnosina previene la formazione di zuccheri ossidati o radical glicosili, chiamati anche prodotti finali della glicazione avanzata (AGE, Advanced Glycosylation End-product).(2)
In secondo luogo, la carnosina si lega ai gruppi carbonilici potenzialmente pericolosi che attaccano le proteine incorporatenella membrana delle cellule, si legano ad esse e le neutralizzano.
Questi processi hanno entrambi importanti implicazioni per i trattamenti anti-età: la carnosina non solo previene la formazione di dannosi legami incrociati, ma elimina anche quelli creati in precedenza, ripristinando il normale funzionamento della membrana (3).

Questi progressi scientifici suggeriscono che l'integrazione quotidiana con carnosina, praticata da una minoranza ben informata oggi, domani si diffonderà quando i media mainstream comincieranno a parlarne.

Si tratta infatti di un pilastro centrale di qualsiasi strategia efficace per ridurre gli effetti dell'età, senza alcun rischio di effetti collaterali negativi (la carnosina è, lo ricordo, un semplice alimento naturale).

(1) Biochemistry, 2009, 48(27):6522-6531.
(2) Hipkiss A.R., « Carnosine, a protective anti-aging peptide? », Int. Biochem. Cell. Biol., 1998, 30(8):863-8.
(3) Hipkiss A.R. et al., « A possible new role for the anti-aging peptide carnosine », Cell. Mol. Life Sci., 2000, 57(5):747-53.
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