Ogni anno nello stesso periodo, tutti esprimono lo stesso desiderio: evitare le infezioni dell'inverno e arrivare in primavera nella forma più splendente. Per raggiungere questo obiettivo, c'è chi non fa nulla e spera semplicemente che la fortuna sia dalla sua parte: molti di loro finiranno per prendere un raffreddore, un'influenza o una gastroenterite, a volte tutti e tre. E poi ci sono coloro che riducono in modo significativo la probabilità di esserne vittime affidandosi a delle strategie naturali. Non una qualsiasi : quelle che beneficiano sia di una validità empirica sia di un controllo scientifico. Buone notizie, sono sempre più numerose e non sono mai state così accessibili al grande pubblico! Al contrario, gli scettici che deridevano precedentemente gli approcci naturali, sono ormai diventati pochi...
Sapreste spiegare ad un bambino come si verifica un'infezione virale? Come si trasforma poi in un'infezione batterica? Sarebbe meglio, perché il primo segreto per proteggersi dalle infezioni, è quello di conoscere bene il loro funzionamento.
Più volte all'anno, il corpo umano si trova ad affrontare i virus del raffreddore o dell'influenza e se ne libera facilmente. Ma a volte questo incontro non va secondo i piani. In inverno, quando le temperature sono molto fredde, il duello volge più facilmente a vantaggio dei virus: è un periodo dell'anno in cui le difese immunitarie sono indebolite dal freddo e gli incontri con questi virus sono più frequenti, a causa della mancanza di aerazione, della migliore sopravvivenza dei virus nei periodi di freddo e della bassa insolazione. Quanti virus deve incontrare l'organismo prima di non riuscire a difendersi? Ciò dipende dal tipo di virus. Per la gastroenterite, ad esempio, da 10 a 100 particelle virali possono essere sufficienti per far cedere le difese dell'organismo e innescare un'infezione, ma questo numero varia notevolmente a seconda dello stato del sistema immunitario. Se le difese immunitarie non sono ottimali, se sono troppo occupate a cacciare un altro intruso o a combattere lo stress ossidativo, i virus non avranno problemi a contagiarti. In genere scelgono di entrare nell'organismo attraverso le parti più fredde del corpo, come le narici, perché si moltiplicano idealmente ad una temperatura di 33-35°C. Invece, non raggiungeranno i bronchi perché la temperatura aumenta mano a mano che si avanza nell'albero respiratorio, ma la loro presenza causerà la comparsa di sintomi diversi e indebolirà notevolmente le mucose.
È proprio in questo momento che i batteri patogeni entrano in gioco. Approfittando della fragilità delle mucose e del sovraffaticamento delle difese immunitarie, penetreranno anche nell'organismo e provocheranno una superinfezione batterica che si tradurrà in sinusite, faringite, bronchite, otite o talvolta anche polmonite. Questo spiega perché un raffreddore a volte può durare diverse settimane! Senza questa superinfezione batterica, i raffreddori non causerebbero complicazioni fastidiose di per sè.
Per combattere le infezioni invernali, dobbiamo quindi agire su tre livelli:
Il modo più evidente per ridurre il rischio di infezioni causate da virus è quello di lavarsi le mani più volte al giorno (dopo aver starnutito, dopo aver fatto visita a un malato, prima di preparare un pasto, ecc.) per evitare di portarli nei loro luoghi preferiti: naso e gola. Una soluzione ottimale è anche aerare la casa o il luogo di lavoro, per ridurre il rischio di contrarre un virus, così come coprire e proteggere le estremità (testa e mani) in modo che le difese immunitarie siano il meno intorpidite possibile in queste aree chiave del corpo. Queste misure di buon senso non sono tuttavia infallibili : a meno che non si stia chiusi a casa, lontano dal mondo esterno, è impossibile evitare il confronto con il periodo invernale. Le persone che sono a contatto con il pubblico, che utilizzano i trasporti pubblici, che lavorano con persone anziane o bambini, sono particolarmente a rischio di infezioni perché gli incontri con i virus sono molteplici e inevitabili.
È quindi necessario anticipare questi confronti e assicurarsi che il nostro sistema immunitario sia il più efficace possibile quando si verificheranno. Questa strategia non ha nulla di rivoluzionario: era quella dei nostri antenati e durò per millenni prima che la medicina moderna, decisamente orientata verso la cura piuttosto che verso la prevenzione, la spazzasse via velocemente. Oggigiorno, non sappiamo più molto sulle piante che ci circondano e non sappiamo nulla delle loro proprietà medicinali preventive, perché la trasmissione delle conoscenze di generazione in generazione è stata interrotta. Si tratta di una perdita preziosa perché questa esperienza dei sensi, acquisita attraverso l'osservazione e la sperimentazione, è il risultato di un colossale lavoro collettivo durato diverse migliaia di anni. Fortunatamente, la situazione sta cambiando. Spinta dall'aumento della resistenza dovuta all'eccessiva prescrizione di antibiotici sintetici, la ricerca scientifica sta gradualmente ricostituendo il catalogo ancestrale e spiegando - cosa nuova - tutti i meccanismi d'azione delle piante che lo compongono.
Questo catalogo, lungi dall'essere completo, fornisce già una base interessante per centinaia di composti vegetali e fungini in grado di aumentare la qualità della risposta immunitaria. Ma se dovessimo sceglierne solo cinque, se dovessimo conservare solo il meglio del meglio, questi sarebbero sicuramente quelli che conserveremmo.
Il Panax ginseng è probabilmente la pianta più famosa in Asia. Riconosciuta nella medicina tradizionale cinese per il suo effetto tonico generale e oggigiorno dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, aiuta indubbiamente a stimolare il sistema immunitario e a combattere la fatica fisica.
Come spiegare il suo effetto immunostimolante? La ricerca scientifica ha mostrato che i principi attivi responsabili del suo effetto terapeutico, i ginsenosidi (1), stimolano il sistema ormonale, rendono i difensori dell'immunità più mobili e aumentano la capacità dei macrofagi di neutralizzare gli intrusi.
Le prove scientifiche sono convincenti sia sugli animali sia sull'uomo. Alcuni estratti di ginseng standardizzati in ginsenosidi come Ginseng 30 %, assunti due volte al giorno, hanno permesso di ridurre molto significativamente il rischio di contrarre un'infezione respiratoria rispetto ad un placebo, in uno studio indipendente (2).
Il consiglio : il trattamento può durare da 2 settimane a 3 mesi in funzione della fatica iniziale e delle sensazioni personali.
La vitamina C è un alleato prezioso per migliorare un numero considerevole di disturbi fisiologici, ma può anche svolgere un ruolo preventivo contro le infezioni invernali. Incoraggia il sistema immunitario a produrre più linfociti T che attaccano e distruggono un gran numero di agenti patogeni.
Il suo effetto immunostimolante è ancora più pronunciato nelle persone indebolite, sottoposte a condizioni difficili (come il freddo) o affaticate da un intenso esercizio fisico. Ad esempio, una meta-analisi ha mostrato una riduzione del 50% del rischio di contrarre il raffreddore in persone che hanno assunto vitamina C per 3-8 settimane esposte a freddo intenso o che si preparano ad un'attività fisica impegnativa (3).
Il consiglio : puoi iniziare ad assumere vitamina C a partire dall'autunno fino alla fine dell'inverno, soprattutto perché la frutta e la verdura più ricche di vitamina C sono rare in questo periodo dell'anno.
I funghi rappresentano uno dei settori più promettenti della medicina naturale. Contengono composti eccezionali di cui si sta cominciando solo a scoprire il potenziale terapeutico: i polisaccaridi beta-glucani e alfa-glucani (4). Queste lunghe catene di carboidrati indigeribili agiscono come fibre solubili nell'organismo e svolgono quindi un ruolo benefico per la flora intestinale e il rischio di disturbi cardiovascolari.
Ma il dominio per eccellenza di questi polisaccaridi rimane il sistema immunitario. Gli studi scientifici hanno mostrato che favorivano la maturazione delle cellule dendritiche e contribuivano all'attivazione di vari fattori cellulari, come i macrofagi, le cellule Natural Killer, i linfociti T, le interleuchine-1 e gli anioni superossido, tutti attori diretti o indiretti della risposta immunitaria (5). Il loro consumo consente quindi di rafforzare la qualità del sistema immunitario e di ridurre il rischio di infezioni.
Il consiglio : visto che il riconoscimento e la conservazione dei funghi sono difficili, è possibile approfittare più semplicemente dei loro benefici scegliendo degli integratori standardizzati in principi attivi (i famosi beta-glucani).
La pappa reale è una delle sostanze più ricche che si possano trovare in natura. Non è un caso che rappresenti il nutrimento esclusivo delle larve destinate a diventare regine o della regina stessa quando lascia la colonia. Nella medicina tradizionale cinese, è considerata come un tonico, mentre in Europa orientale, è nota per essere un ottimo adaptogeno (una sostanza che aumenta la resistenza dell'organismo ai vari stress che lo colpiscono).
I meccanismi della pappa reale rispetto all'immunità si spiegano con l'eccezionale diversità dei composti in essa contenuti. Tra questi, vi sono in modo particolare delle proteine rare sintetizzate dalle ghiandole delle api, le Major Royal Jelly Proteins (MRJP), il 10HDA, un lipide benefico per la mucosa intestinale, ma anche tutte le vitamine del gruppo B e diversi minerali come potassio, magnesio, calcio e zinco (6). Questi composti, coinvolti nell'ottimizzazione del sistema immunitario, lo rendono un alleato ideale per affrontare i periodi di stanchezza e rafforzare le difese dell'organismo. Delle cure che durano diverse settimane sono spesso raccomandate in tardo autunno per le persone indebolite.
Lo zinco è un oligoelemento, cioè si trova solo in tracce nell'organismo, ma ha un impatto significativo sulla risposta immunitaria. È coinvolto in più di 300 processi enzimatici vitali, molti dei quali sono coinvolti nei meccanismi dell'immunità. Problema: oggigiorno, la carenza di zinco è molto comune a causa delle tecniche agricole moderne, dell'impoverimento dei suoli e della raffinazione dei cereali.
Gli studi scientifici hanno mostrato che l'integrazione con zinco era efficace contro le infezioni invernali? La risposta è sì. Una revisione sistematica pubblicata nel 2011 ha concluso che lo zinco assunto a titolo preventivo riduceva la probabilità di contrarre un raffreddore (7). Ha anche mostrato che lo zinco poteva ridurne la durata e la gravità, a condizione che lo zinco venga somministrato entro 24 ore a partire dall'insorgenza dei primi sintomi.
Il consiglio : per prevenire le infezioni invernali, è meglio evitare i prodotti contenenti acido citrico o tartarico e privilegiare le forme di orotato e gluconato. Occorre anche prevedere due ore di intervallo fra l'assunzione di integratori con zinco e quella degli antiacidi e antibiotici.
La seconda strategia prevede di aiutare il sistema immunitario a respingere virus e batteri grazie a componenti esogene. È un po' come se fornissimo delle armi supplementari al nostro esercito e a volte anche truppe aggiuntive, attraverso l'alimentazione, l'integrazione o la respirazione.
Il modo più semplice per riuscirci è indubbiamente ricorrere agli oli essenziali.
I virus sono difficili da combattere perché non hanno un proprio apparato cellulare: dirottano gli strumenti, i materiali e persino i geni delle nostre cellule per riprodursi. Non è quindi possibile utilizzare delle armi che si attaccano al loro metabolismo senza mettere in pericolo il nostro. Per riuscire a bloccarli, bisogna quindi giocare d'astuzia.
Una delle strategie più efficaci sotto il profilo dei costi è quella di impedire loro di entrare nelle nostre cellule e di evitare così che le forzino a fabbricare il loro materiale genetico e proteico, una fase indispensabile per la loro riproduzione. Per ingannare la vigilanza delle nostre cellule e riuscire ad introdursi, usano una straordinaria tecnica di occultamento: il famoso cavallo di Troia. Il loro rivestimento è coperto da una proteina familiare all'organismo in grado di forzare delle serrature situate sulle membrane cellulari. Quando si attaccano a queste membrane, persuadono quindi le cellule a lasciarle entrare nel citoplasma prima di agire.
Anche se molti oli essenziali aiutano a prevenire questo ingresso, due oli in particolare sono veri esperti del settore: l'olio essenziale di origano e l'olio essenziale di chiodo di garofano. Grazie ai loro composti aromatici, deteriorano il rivestimento del virus, cosicché le nostre cellule non lo riconoscono più come uno dei loro e non lo lasciano entrare nel citoplasma. Altri, come l’olio essenziale di timo (Thymus vulgaris à thymol) e l’olio essenziale diEucalyptus globulus, denaturano le rare proteine strutturali dei virus, contribuendo alla perdita del potere infettivo, ma sono stati scoperti molti altri meccanismi d'azione per spiegare gli effetti antivirali degli oli essenziali, i quali sono oggigiorno documentati da migliaia di studi scientifici (8-11).
Poiché ogni composto aromatico antivirale (monoterpenoli, monoterpeni, ossidi, fenoli, linalolo, chetoni, aldeidi) è diverso, la loro combinazione garantisce una grande diversità di azione. È quindi meglio affidarsi a una miscela di diversi oli essenziali per moltiplicare gli obiettivi potenziali e garantire la massima efficacia.
Il consiglio : diffonderlo nell'atmosfera (è lo stesso meccanismo che spiega perché camminare nel bosco ha degli effetti antivirali), utilizzarlo per inalazione (qualche goccia su una superficie asciutta) o per via orale (se possibile in capsule).
Il secondo modo per rinforzare le nostre difese immunitarie consiste nel fornire loro dei composti naturali antibiotici, cioè composti in grado di contrastare specificamente il metabolismo dei batteri patogeni.
A differenza degli antibiotici disponibili in farmacia, le sostanze contenute nei prodotti naturali agiscono in modi diversi per inibire la crescita dei batteri (12). Possono inibire la biosintesi del DNA batterico, interferire con le reazioni a catena, deteriorare la parete cellulare dei batteri o impedire ai ribosomi di produrre materiale proteico. Le piante hanno scelto di sintetizzare numerose molecole di antibiotici, debolmente attive singolarmente, ma formidabili se combinate tra loro (13). Anche in questo caso, questa diversità d'azione è benefica: l'eccezionale variabilità chimica delle molecole prodotte spiega la rarità delle malattie nelle piante selvatiche e l'assenza di resistenza negli agenti patogeni (14).
Come approfittare di questa sinergia fantastica? In primo luogo, usando correttamente gli oli essenziali, già citati in precedenza per contrastare i virus. Molti composti aromatici sono in grado di perturbare seriamente la membrana dei batteri, il che riduce notevolmente il loro potenziale nocivo, ma possono anche alterarne le pareti e ridurre la loro produzione di energia (15-16). L'olio di chiodi di garofano (grazie all'eugenolo), l'olio di origano (grazie al carvacrolo), l'olio di tea tree (grazie al terpinen-4-ol), l'olio di menta piperita (grazie al carvone) e l'olio di cannella (grazie alla cinnamaldeide) sono tra i più potenti in questo campo. Si possono trovare anche nei prodotti vegetali o prodotti naturali ottenuti a partire da materie prime vegetali. In questo gioco, tre contendenti sono in testa alla classifica.
Il crespino gode di un uso tradizionale millenario: testimonianze del suo uso per curare varie infezioni sono state trovate su tavolette di argilla nella biblioteca personale dell'imperatore assiro Asurbanipal, risalente al 650 a.C..
Questa grande popolarità è stata spiegata scientificamente negli ultimi anni: il crespino contiene berberina, un potente alcaloide che agisce sul DNA cellulare dei batteri (17). Ma ciò che rende straordinario il crespino è che produce anche un flavonolignano (il 5'-MHC) che blocca le pompe batteriche che hanno il compito di respingere la berberina fuori dalla cellula. In questo modo, la berberina si accumula nelle cellule batteriche e il suo potere antibatterico viene moltiplicato per un fattore 16 (18)!
Il consiglio : per beneficiare delle immense proprietà del crespino, bisogna fare attenzione a selezionare degli integratori naturali di crespino standardizzati in berberina.
La medicina tradizionale utilizza il miele da migliaia di anni e, ancora una volta, non è una coincidenza. È ormai noto che inibisce la crescita dei batteri grazie a delle sostanze di origine vegetale, i flavonoidi e gli inibitori non perossidi, ma anche grazie a enzimi secreti dalle ghiandole delle api e che producono nel miele inibitori antibiotici (19). Alcuni ospedali sono così convinti che oggigiorno lo usano per la cicatrizzazione delle ferite dei pazienti.
Il consiglio : se vuoi utilizzarlo, stemperalo in una bevanda non troppo calda, idealmente a temperatura di consumo perché il calore distrugge le sostanze antibiotiche. Assicurati anche di consumare il miele velocemente e lontano dalla luce, per gli stessi motivi.
Come il miele, la propoli viene utilizzata dall'uomo da migliaia di anni. Con la sua composizione biologica incredibilmente ricca, è una delle produzioni più sorprendenti della natura. Si tratta di un tipo di rivestimento prodotto dalle api per rendere l'interno dell'alveare più resistente alle invasioni microbiche e fungine.
Scientificamente convalidati, gli effetti antibiotici della propoli sono dovuti a diversi composti eccezionali: la galangina, il kaempferolo, l'acido cinnamico e l'artepillina C. Agiscono direttamente sui microrganismi inibendo la divisione cellulare e perturbando il processo di adesione.
Il consiglio : esistono numerosi tipi di propoli, ma i più interessanti dal punto di vista nutrizionale sono quelli che sono stati prodotti negli ecosistemi più ricchi e selvaggi, come la propoli verde brasiliana.
Come avrai capito, esistono molte soluzioni naturali per ridurre il più possibile il rischio di infezioni invernali. Se decidi di scegliere solo tre dei nove consigli di questo inverno, avrai già molte possibilità dalla tua parte. Li abbiamo riassunti qui per te:
E per massimizzarne gli effetti, ecco cinque suggerimenti aggiuntivi da applicare durante la cura invernale:
Bibliografia
Un potente immunostimolante dalle proprietà clinicamente dimostrate.
www.supersmart.comIl miglior cocktail di oli essenziali per combattere le infezioni
www.supersmart.comBerberina HCL: estratto puro al 97% per la salute cardiovascolare (derivante dal crespino)
www.supersmart.comGratis
Ti ringraziamo per la visita, prima di uscire
ISCRIVITI AL