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28-09-2016

La serrapeptasi, un importante antinfiammatorio naturale

Serratia La serrapeptasi, o Serratia peptidasi, è utilizzata da più di 30 anni in Europa e in Asia per ridurre il dolore, l'infiammazione e l'eccessiva secrezione di muco. Più di 40 studi clinici hanno concluso che la serrapeptasi esercita significativi effetti benefici sulla salute. È stato dimostrato che è ben assorbita dal sistema intestinale e pertanto deve essere protetta dalla degradazione ad opera degli acidi dello stomaco. Hans Nieper, un medico tedesco, raccomanda da decenni l'uso della serrapeptasi per ridurre la costruzione della placca aterosclerotica.

La serrapeptasi è un enzima proteolitico derivato dal batterio Serratia che vive nell'intestino del baco da seta. Questo enzima ha la capacità di sciogliere il tessuto privo di vita non esercitando alcun effetto negativo sulle cellule viventi dell'ospite. La serrapeptasi scioglie il bozzolo protettivo del baco da seta e gli permette di emergere e prendere il volo.
Quando questo enzima è stato isolato, è stato dimostrato che agisce come un antinfiammatorio e antidolorifico in modo abbastanza simile all'azione di aspirina, ibuprofene o altri farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).
Studi clinici dimostrano che la serrapeptasi induce un'attività fibrinolitica, anti-infiammatoria e anti-edematosa in molti tessuti, e che i suoi effetti anti-infiammatori sono superiori a quelli di altri enzimi proteolitici.

Riduce l'infiammazione

In Germania e alcuni altri paesi europei, la serrapeptasi è riconosciuta come trattamento standard dell'infiammazione e dei gonfiori traumatici. In uno studio in doppio cieco condotto presso l'Ospedale di Stato di Ulm, 66 pazienti con una recente rottura del legamento laterale operati chirurgicamente sono stati divisi in tre gruppi trattati in modo casuale. Nel gruppo ricevente la serrapeptasi, il gonfiore era diminuito del 50% tre giorni dopo l'operazione, mentre nei due gruppi di controllo (sollevamento della gamba, riposo a letto con applicazione o meno di ghiaccio) non si era manifestata alcuna riduzione dell'infiammazione.

La riduzione del dolore è stata correlata per la maggior parte a quella del gonfiore. I pazienti trattati con serrapeptasi hanno visto sparire il dolore molto più velocemente di quelli dei gruppi di controllo. Il decimo giorno, il dolore era scomparso in tutti i pazienti che assumevano serrapeptasi1
Studi in vitro e in vivo dimostrano che la serrapeptasi ha un effetto antinfiammatorio specifico e superiore a quello di qualsiasi altro enzima proteolitico. Una revisione della letteratura scientifica comprendente una serie di studi clinici controllati in doppio cieco con gruppi numerosi di pazienti suggerisce che la serrapeptasi è utile in una vasta gamma di malattie infiammatorie. Il meccanismo di azione della serrapeptasi sui siti dei vari processi infiammatori è costituito principalmente da una riduzione del fenomeno di essudazione e un'inibizione del rilascio di mediatori infiammatori. La serrapeptasi induce una frammentazione degli aggregati di fibrinosi e riduce la viscosità degli essudati, facilitando così il drenaggio di questi prodotti della risposta infiammatoria e favorendo in questo modo la riparazione tissutale.

Infiammazioni ORL

Negli ultimi anni, l'uso di enzimi con attività fibrinolitiche, proteolitiche e antiedematose nel trattamento delle malattie infiammatorie di naso, orecchie e gola ha guadagnato sempre più sostegno.
Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, la serrapeptasi ha mostrato il suo interesse in studi clinici per il trattamento di pazienti affetti da sinusite cronica. In questa malattia, il muco nella cavità nasale dei pazienti è ispessito e secreto abbondantemente. Questo ispessimento impedisce al muco di essere espulso abbastanza frequentemente. Ricercatori giapponesi hanno valutato gli effetti della serrapeptasi (30 mg al giorno per 4 settimane) sull'elasticità e sulla viscosità del muco nasale di pazienti adulti affetti da sinusite cronica. I risultati hanno mostrato che la serrapeptasi riduce la viscosità mucosa, migliorando così l'eliminazione delle secrezioni broncopolmonari2.
Altri studi clinici supportano la capacità della serrapeptasi di alleviare problemi associati alla sinusite cronica. In uno studio, 140 pazienti con malattie croniche o acute dell'orecchio, del naso o della gola sono stati valutati con un placebo o della serrapeptasi. I pazienti che hanno assunto serrapeptasi hanno visto una significativa riduzione della gravità del dolore, della quantità e della purulenza delle secrezioni, delle difficoltà di deglutizione, della disfonia e dell'ostruzione nasale, dell'anosmia e della temperatura corporea dopo tre o quattro giorni e alla fine del trattamento. I pazienti affetti da laringite, rinofaringite catarrale o sinusite e trattati con serrapeptasi hanno constatato un miglioramento significativo e rapido dei sintomi dopo 3-4 giorni. I medici hanno valutato l'efficacia del trattamento come buono o eccellente nel 97,3% dei pazienti rispetto al solo 21,9% di quelli del gruppo placebo3.

Le malattie respiratorie sono caratterizzate da un aumento della produzione di muco più denso, la cui viscosità ed elasticità sono state modificate. Tradizionalmente, in queste malattie, farmaci muco-attivi sono prescritti per migliorare le caratteristiche fisico-chimiche del muco e ripristinare la funzione respiratoria. Alcuni di questi farmaci causano una riduzione funzionale, mentre la serrapeptasi altera la sua elasticità senza ridurla4.
Potente agente di per sé, la serrapeptasi, quando aggiunta ad antibiotici, restituisce concentrazioni maggiori dell'agente antimicrobico sul sito di infezione. I batteri spesso subiscono un processo chiamato formazione di biofilm, che si traduce in resistenza agli agenti antimicrobici. Per cercare di prevenire questa immunità batterica, alcuni ricercatori hanno sperimentato diversi modi per impedire che i batteri si avvolgano nel biofilm; la soluzione potrebbe essere la serrapeptasi. Uno studio condotto da ricercatori italiani suggerisce che gli enzimi proteolitici potrebbero aumentare significativamente le attività antibiotiche contro il biofilm. I test di sensibilità agli antibiotici mostrano che la serrapeptasi stimola significativamente l'attività dell'antibiotico ofloxacina e che inibisce la formazione di biofilm5.
Un altro studio randomizzato in doppio cieco ha valutato gli effetti della somministrazione dell'antibiotico cefalexina in concomitanza con serrapeptasi o un placebo in 93 pazienti con rinite pluriannuale o rinite cronica. I pazienti trattati con serrapeptasi hanno mostrato miglioramenti significativi della rinorrea, dell'ostruzione nasale e della congestione nasale6. Alcuni ricercatori hanno osservato risultati impressionanti nel trattamento delle infezioni nei pazienti con tumore polmonare sottoposti a toracotomia. Serrapeptasi e cefotiam, un antibiotico ad ampio spettro con attività contro i microrganismi gram+ e gram-, sono stati somministrati a 35 di questi pazienti. Sono stati divisi in due gruppi. Una sola dose di cefotiam è stata somministrata a 17 di loro e una combinazione di cefotiam e serrapeptasi è stata data agli altri 18. I livelli di antibiotico nei tessuti rispetto al sangue erano significativamente più elevati nel gruppo che assumeva la terapia di combinazione7.

Malattia cistica del seno

La serrapeptasi è stata utilizzata con successo nel trattamento della malattia cistica del seno. In uno studio di 70 pazienti, l'efficacia della serrapeptasi è stata valutata sui sintomi della malattia cistica del seno. I pazienti sono stati divisi in due gruppi a caso, uno che riceveva serrapeptasi e l'altro un placebo. Un osservatore che non conosceva i gruppi di pazienti ha valutato, prima dell'inizio del trattamento e quotidianamente per tre giorni durante il trattamento, sintomi e segni di congestione mammaria. I risultati hanno indicato che la serrapeptasi era superiore al placebo e che migliorava soprattutto il dolore del seno e il loro gonfiore. Mentre l'85,7% dei pazienti trattati con serrapeptasi hanno mostrato miglioramenti da moderati a marcati, solo il 60% di quelli trattati con placebo era migliorato in misura equivalente. Un notevole miglioramento è stato osservato nel 22,9% dei pazienti che hanno assunto serrapeptasi contro solo il 2,9% di quelli trattati con placebo8.

Un possibile impatto sulla salute cardiovascolare

Ricerche preliminari indicano che la serrapeptasi potrebbe anche inibire la costruzione della placca aterosclerotica nelle arterie e prevenire così l'aterosclerosi e gli attacchi di cuore e gli ictus derivanti. Il Dr. Hans A. Nieper, un internista di Hannover, in Germania, ha studiato gli effetti della serrapeptasi sugli accumuli di placca aterosclerotica nelle arterie. La formazione di questa placca comporta il deposito di sostanze grasse, colesterolo, prodotti di scarto cellulare, calcio, fibrina (una sostanza coagulante nel sangue) sulla parete interna delle arterie. Una placca eccessiva determina il blocco parziale o totale del flusso di sangue nell'arteria, portando ad aterosclerosi o indurimento delle arterie e, in un secondo momento, ad attacchi di cuore o ictus. Tuttavia, i dati a sostegno del ruolo della serrapeptasi nel prevenire la costruzione della placca sono piuttosto approssimativi. Ulteriori studi sono necessari in questo settore; le ricerche del dott. Nieper indicano che l'azione di dissoluzione delle proteine della serrapeptasi degraderebbe gradualmente le placche aterosclerotiche. Il Dr. Nieper spiega che, a differenza di altri enzimi biologici, la serrapeptasi influenza solo i tessuti morti, come il bozzolo del baco da seta. La serrapeptasi scioglierebbe solo i tessuti morti, come i vecchi strati fibrosi che intasano le pareti delle arterie e limitano pericolosamente il flusso di sangue e ossigeno al cervello. Aggiunge che ha trattato alcuni dei suoi pazienti con serrapeptasi e che ha constatato un significativo miglioramento della circolazione sanguigna nelle arterie precedentemente compresse. Un team italiano del Reparto di Chirurgia vascolare dell'Università di Napoli ha dimostrato che la serrapeptasi è efficace e ben tollerata nei pazienti con malattie infiammatorie venose.



1. Esch P.M. et al., Reduction of postoperative swelling. Objective measurement of swelling of the upper ankle joints in treatment with serrapeptase a prospective study (german), FortschrMed, 1989, 107(4): 67-8, 71-2.
2. Majima Y. et al., The effect of an orally administered proteolytic enzyme on the elasticity and viscosity of nasal mucus, Arch. Otorhinolaryngol., 1988, 244(6): 355-9.
3. Mazzone A. et al., Evaluation of serratia peptidase in acute or chronic inflammation of otorhinolaryngology pathology: a multicentre, double-blind, randomized trial versus placebo, J. Int. Med. Res., 1990, 18(5): 379-88.
4. Tomoda K. et al., Some information on the composition of tracheal secretions before and after the administration of Danzen (serrapeptidase), Exper. Ther., 1972, 477: 9-16.
5. Selan L. et al., Proteolytic enzymes: a new treatment strategy for prosthetic infections? Antimicrob. Agents Chemother., 1993, 37(12): 1618-21.
6. Perna L., Osservazioni Cliniche sui traitamento in osspio cleco con serratio peptidas nella neifre perenna nalla ninite cronica nacutizzata con sinusopattia, nella bronchia cronica nacutizzata, Riv. Pat. Clin. Tuberc. Penumol., 1985, 56: 509-516.
7. Koyama A. et al., Augmentation by serrapeptase of tissue permeation by cefotiam (japanese), Jpn. J. Antibiot., 1986, 39(3): 761-71.
8. Kee W.H. et al., The treatment of breast engorgement with serrapeptase : a randomized double-blind controlled trial, Singapore Med. J., 1989, 30(1): 48-54.
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