No, non è pui il momento di cominciare la caccia alle uova di Pasqua, piuttosto è giunta l'ora di dare la caccia alle tossine accumulate durante l'inverno!
È giusto seguire una dieta equilibrata e biologica, ma ciò a volte risulta insufficiente. Si verificano vari sintomi tipici: pelle « giallastra », mancanza di energia, digestione lenta, lingua impastata, la sensazione di « sentirsi troppo pieni »... Un modo semplice per sbarazzarsi di queste sensazioni? Optare per sostanze di ultima generazione che promuovono le due fasi principali della detossificazione epatica.
Sebbene l'adozione di una dieta perfettamente bilanciata,
(basata sul consumo quotidiano di verdura, frutta, grassi di qualità, alimenti a basso indice glicemico e costituiti da pochi prodotti trasformati e da piccole quantità di zucchero e sale), consenta di limitare i danni, è chiaro che alcune sostanze invisibili (pesticidi, metalli pesanti, interferenti endocrini, inquinamento atmosferico dell'ambiente...) e visibili (farmaci, coloranti e altri additivi alimentari) si accumulano nell'organismo a nostra insaputa!
Il fegato quindi contiene una gran quantità di sostanze tossiche e il periodo primaverile al quale andiamo incontro rappresenta il momento giusto per sostenere questo organo nello svolgimento del suo difficile compito.
Innanzitutto, è necessario prendere coscienza del lavoro del fegato e comprendere il suo funzionamento per eliminare le tossine. Occorre infatti distinguere due fasi nel processo di detossificazione del fegato:
- fase I, detta di idrossilazione, in seguito
- fase II, detta di coniugazione.
Durante la prima fase, gli enzimi, noti collettivamente come citocromo P450, neutralizzano o convertono alcune sostanze tossiche in prodotti intermedi. Queste reazioni di idrossilazione generano un aumento della produzione di radicali liberi che possono, a lungo termine, danneggiare gli epatociti.
- La vitamina C (acido L-ascorbico, ascorbato di calcio, Ester C, magnesio ascorbil fosfato) rappresenterà il nutriente essenziale per stimolare la produzione di tali enzimi e neutralizzare lo stress ossidativo generato.
- L’acido ellagico, contenuto nell'estratto di melagrana, modula le attività di fase I e soprattutto induce la produzione dell'enzima di detossificazione di fase II, noto come glutatione S-transferasi.
Pertanto la fase II consente la coniugazione delle sostanze tossiche, cioè l'aggiunta di sostanze
(acido glucuronico, solfato e in particolare L-glutatione) , per renderle solubili in acqua e quindi facilmente eliminabili tramite le vie urinarie e biliari. Affinché si verifichino, tali coniugazioni necessitano di enzimi: le glutatione-S-transferasi.
Il principale protagonista di questa fase II è dunque l'
L-glutatione, uno degli antiossidanti endogeni più efficaci e importanti. Inoltre esso ricicla la vitamina C utilizzata nella prima fase. Costituisce la prima linea di difesa contro l'ossidazione e contro gli altri vari agenti che minacciano costantemente le cellule e gli enzimi. La comunità scientifica è ormai convinta che, per proteggere il fegato e facilitarne la disintossicazione, sono indispensabili livelli ottimali di glutatione. Infatti, il glutatione ha la capacità di legarsi alle tossine e facilita quindi la loro eliminazione tramite la bile o le urine. Tuttavia, visto che l'intestino contiene significative quantità di gamma-glutamil transpeptidasi, il quale degrada il glutatione, è indispensabile utilizzare o elevate dosi di glutatione ridotto (500-1000 mg al giorno) o le sue versioni sublinguali o acetilate, maggiormente assorbibili ed efficaci in dosi a partire da 100 mg (una-tre volte al giorno) così da riportare le concentrazioni sieriche e cellulari alla normalità.
Le altre sostanze che supportano la produzione di glutatione da parte del fegato sono:
- L'MSM (metilsulfonilmetano), in forma pura, non tossico e ipoallergenico (OptiMSM®).
- La SAMe (S-adenosilmetionina).
- La NAC (N-acetil-cisteina), un amminoacido contenente zolfo che è un eccellente precursore del glutatione.
- Il PPC (polienilfosfatidilcolina), estratto dai semi di soia.
- La L-selenometionina, la quale fornisce non solo il selenio, che è un componente del glutatione perossidasi (detossifica da metalli pesanti), ma anche lo zolfo, indispensabile alla formazione di L-glutatione.
- Il sodio R-lipoato, un sale dell'acido R-lipoico caratterizzato da un'elevata biodisponibilità, che è coinvolto nel riciclaggio del glutatione. È anche un induttore degli enzimi di fase II.
Nel corso della fase II, i prodotti chimici cancerogeni, gli ormoni steroidei e altre tossine liposolubili si legano nel fegato all'acido glucuronico. L'assunzione di calcio D-glucarato ha la capacità di aumentare la glucuronidazione e quindi l'escrezione di questi componenti potenzialmente tossici.
I
Curcuminoidi del curcuma contrastano anche l'epatotossicità di alcuni xenobiotici, aumentando i livelli di glutatione-S-transferasi e di UDP-glucuronil-transferasi, importanti per le reazioni di fase II. Inoltre, queste potenti sostanze attive del curcuma sono altamente antiossidanti e possiedono proprietà colagogo e coleretiche, ideali per la detossificazione primaverile.
Gli estratti di broccoli, standardizzati in
sulforafano glucosinolato aumentano ugualmente il livello degli enzimi di detossificazione della fase II, in particolare quello del chinone reduttasi e del glutatione S-transferasi (GST).
Se l'azione del fegato è rallentata dall'assunzione cronica di alcol, è opportuno fare ricorso ad alcune piante e sostanze che limitano gli effetti nocivi di un sottoprodotto dell'alcol, l'acetaldeide, che genera fenomeni ossidativi e provoca la glicazione delle proteine:
- La Silimarina (Cardo mariano), in virtù delle sue proprietà epatoprotettrici, è utilizzata soprattutto nel trattamento delle lesioni delle cellule del fegato provocate dal consumo eccessivo di alcol. Infatti essa aumenta i livelli di glutatione e di glutatione perossidasi. Può anche essere assunta congiuntamente al Desmodium le cui azioni sul fegato sono simili.
- La benfotiamina, un derivato liposolubile della tiamina, che impedisce e rallenta la glicazione a questo livello.
- L’asparagina che diminuisce la tossicità dell'alcol riducendo la concentrazione di acetaldeide.
- Il Chrysanthellum americanum che protegge il fegato consentendo l'eliminazione dell'alcol cinque volte più rapidamente.
Per completare l'azione di questi varie sostanze si consiglia, almeno una o due volte l'anno, di effettuare una cura per venti giorni con la Clinoptilolite Zeolite in forma di polvere, un minerale naturale proveniente dalla roccia vulcanica e che possiede la capacità di legarsi alle sostanze tossiche nell'organismo (inquinanti ambientali, metalli pesanti, prodotti cosmetici...) in modo che essi siano eliminati più facilmente dal corpo.
L'efficacia di questa polvere può essere ottimizzata con l'uso, a giorni alterni, dell'acido dimercaptosuccinico (DMSA), che facilita la rimozione dei metalli pesanti (in particolare il mercurio) presenti nel sangue, nei reni, nel cervello e naturalmente nel fegato.
Infine, studi condotti su animali dimostrano che l'estratto di Picrorhiza kurroa, standardizzato in kutkina, stimola la rigenerazione epatica e protegge efficacemente il fegato dai cambiamenti biochimici causati da numerosi agenti tossici.
Per la riuscita dell'operazione « caccia alle tossine », si dovrebbero consumare quasi due litri d'acqua durante tutta la giornata, per contribuire all'eliminazione delle sostanze rese solubili attraverso i reni ed evitare se possibile la caffeina, la quale viene metabolizzata al livello del fegato e necessita dell'enzima citocromo P450.